Quali sono le tradizioni e cosa è rimasto oggi del corredo matrimoniale della sposa.

Sin dai primi del novecento le famiglie delle coppie che decidevano di sposarsi, prima di farli unire in matrimonio, stipulavano in forma scritta i “capitoli matrimoniali”, per la “sicurezza della dote, del dotante, della sposa, e dei figli che da quello saranno per nascere…”. Con questo antico atto, risalente al diritto longobardo, la famiglia della sposa concordava e quantificava con il futuro sposo la dote e il corredo, che era costituita da case, terreni, proprietà, argenti ecc. o da denaro contante.

Fino al 1975 la dote era un bagaglio indispensabile e obbligatorio per la sposa e un onere necessario per padri e fratelli: non averla era per una donna una vera e propria tragedia, un ostacolo nel trovare un marito. Ovviamente la dote era proporzionata alle possibilità della famiglia della sposa e allo status sociale dello sposo a cui veniva concessa.

Dopo le nozze la dote non diventava di proprietà dello sposo ma era da lui soltanto gestita: alla sua morte la dote veniva restituita alla moglie che da quel momento era libera di disporne. Se invece moriva prima la moglie, senza aver messo al mondo dei figli, il marito era tenuto a restituire la dote alla famiglia della sposa.

In realtà anche il marito era tenuto a dare alla moglie una “controdote” e un mantenimento che dovevano servire alla moglie per far fronte ai suoi bisogni.

Prima della celebrazione del matrimonio, la descrizione dettagliata e il valore totale della dote e del corredo matrimoniale erano oggetto di un atto davanti al notaio che conteneva:
– la promessa di matrimonio;
– la costituzione della dote e degli assegni maritali;
– la rinunzia della donna a pretese ereditarie sui beni della sua famiglia, anche se questa parte era facoltativa.

Spesso ai capitoli matrimoniali era annesso un elenco compilato a mano da una persona di famiglia o amica, capace di scrivere, dove erano riepilogati i beni in tessuti, mobili, oggetti di casa e gioielli assegnati alla sposa.

Dote e corredo oggi

Nel 1975 il nuovo Diritto di Famiglia mise fine all’obbligo della dote da parte della futura sposa. Vi sono però tante cose, presenti in quella che prima era la dote, che continuano ad essere donate da entrambe le famiglie alla coppia: in primis, in base alle possibilità economiche, la casa, poi, nei casi più fortunati, terreni, attività commerciali, ville. Altro regalo importante e gradito è la macchina, per poi arrivare a gioielli di famiglia, argenti e quadri.

Insomma, anche se la dote non è più una cosa necessaria, è rimasta da parte delle famiglie la volontà di dare una continuità ai propri valori e delle proprie tradizioni, anche mediante il tramandarsi di beni materiali.

Per quanto riguarda il corredo, in passato per ogni figlia femmina si cominciava il ricamo delle stoffe sin da quando queste erano bambine: ciò avveniva in tutte le famiglie, indipendentemente dall’estrazione sociale, che influiva solo sulla numerosità e sulla ricchezza dei tessuti. I pezzi erano 12 o multipli di 12, conservati in cassapanche di legno e dettagliati per iscritto su una lista. Un corredo era composto da una parte per la casa ed una personale. In una famiglia borghese, ad esempio, il corredo per la casa era generalmente costituito da 24 lenzuoli doppi di puro lino ricamati a mano, 24 semplici, 36 coppie di federe, 12 asciugamani di tela d’Olanda più 6 per gli ospiti, 12 tovaglie d’organza più 6 per tutti i giorni e così via.
La parte personale invece contemplava capi di biancheria, camicie da notte di seta, camicie di tela, mantelle, fazzoletti e via dicendo.

Oggi rimane nelle tradizioni di famiglia il voler far dono ai futuri sposi di lenzuola, asciugamani e tovaglie, sia nuove che facenti parte di un antico corredo tramandato da generazioni, per aiutarli nelle spese per il matrimonio da affrontare per la nuova casa. A differenza del passato, dove un corredo abbondantissimo era giustificato dal fatto di non poter fare spesso i bucati, per cui si necessitava di tanti ricambi e da spazi della casa molto ampi, oggi prima di scegliere la biancheria sarà necessario tener conto non solo dello stile dell’arredamento, ma anche della capienza della casa e degli armadi.
Vi consigliamo quindi di scegliere, già durante il fidanzamento, quattro o cinque paia di lenzuola, di cui due più pregiate, tre o quattro tovaglie “importanti”, ma almeno altrettante da usare tutti i giorni, biancheria da bagno preferibilmente in spugna, perchè più pratica, coordinata con i colori del bagno.